Pubblicato il 15 febbraio 2025 da Giacomo Mortara

LA PIANIFICAZIONE PATRIMONIALE


La pianificazione patrimoniale: uno strumento fondamentale per proteggere il futuro del patrimonio e degli eredi.

Nello scorso articolo abbiamo visto l’utilità di avere a disposizione gli strumenti per una sicurezza successoria. L’attenzione è troppo spesso rivolta alla scelta circa l’uso o meno del testamento che, preme ricordare, non è l’unico passo da compiere, ma il punto di arrivo di una serie di attente e necessarie decisioni. Così come una casa, per essere solida, necessita delle fondamenta, un testamento preciso e sicuro poggia su un’adeguata pianificazione patrimoniale. Pianificare non è solo un atto di grande lungimiranza, ma di chiarezza: sul patrimonio, sulle possibili controversie, sulle soluzioni. Non una mera serie di azioni, ma un vero e proprio percorso.


Quando si tratta questa tematica, si pensa che gli unici vantaggi siano fiscali. Pensiero quanto mai riduttivo delle potenzialità che questa opportunità offre. L’analisi approfondita degli asset e lo studio delle esigenze permette di capire quali possano essere le scelte migliori per realizzarle. Questi due elementi devono guidare l’itinerario attraverso obiettivi prefissati. Il testamento non è che uno di questi.

La pianificazione non è un’immagine statica, bensì una realtà in costante mutamento. Cambiano le necessità, dettate da urgenze o da una maggiore convenienza e tenere traccia dei cambiamenti è di fondamentale importanza, per essere pronti, nella consapevolezza giuridica e gestionale, a impostare decisioni prudenti. Solo attraverso questo procedimento lo studio del proprio patrimonio, aziendale e familiare, può indirizzare verso scelte consapevoli e strategiche. Le dinamiche personali o aziendali in cui ciascuno opera sono di primaria importanza per potere determinare le conseguenze di ogni scelta.


Che cos’è la pianificazione patrimoniale? Le operazioni da compiere corrono su due binari paralleli. L’analisi del patrimonio e quella degli obiettivi da raggiungere. Si inizia con l’elencazione dettagliata dei propri asset. Tra quelli più comuni ci sono immobili, mobili registrati, liquidità e beni di valore. La lista è più varia di quanto si possa pensare. Una volta stilato l’ elenco, si procede a quantificare con precisione il valore dell’intero patrimonio. Da qui, il confronto con le finalità. Che sia una divisione, una ricerca di liquidità, un incremento in vista di un nuovo traguardo patrimoniale e gestionale, ogni esigenza va calibrata sulla base di una visione consapevole e lungimirante, nella quale entrano in gioco dinamiche familiari e societarie. Non esiste una sola opzione per ottenere un risultato. Con questa cognizione ogni bene può essere soggetto a un ventaglio di possibilità.

Per questo ricerco e propongo più soluzioni. Un immobile può essere venduto per ottenere una liquidità immediata, per evitare litigi tra figli, ma può anche essere valorizzato attraverso interventi di varia natura che ne aumenterebbero il valore. Se unito ad un testamento oculatamente redatto e a strumenti come il trust, il risultato è degno di nota.


Per quanto riguarda la liquidità, gli strumenti sono numerosi, ma un’informazione spesso lacunosa rischia di portare a danni irreparabili che, purtroppo, vedo con frequenza tra quei clienti che si trovano a gestire patrimoni ereditari non adeguatamente calibrati dalle attenzioni di cui ho poc’anzi parlato. Collezioni, opere d’arte, beni di lusso sono tra le dimenticanze più diffuse, che con assiduità finiscono per essere fonte di litigi tra eredi.

L’elenco potrebbe proseguire, tanto nel numero quanto nell’importanza dei beni coinvolti. Un progetto immobiliare, una redistribuzione della liquidità, una stima di beni di pregio richiedono una valutazione che non sia meramente economica ed è per questo che durante le pianificazioni mi avvalgo dell’ausilio di esperti e professionisti nei settori di interesse.


Se il testamento è un ottimo strumento per raggiungere gli obiettivi desiderati, una corretta pianificazione patrimoniale ne è la base. Senza questa, non rimane che la speranza di aver fatto buon uso della propria memoria e l’incertezza di chi affronta un percorso senza averlo prima organizzato con scrupolo.


Il viaggio all’interno di questa disciplina è ancora lungo. La prossima tappa vedrà trattare le aziende e il cambio generazionale.


Articolo pubblicato su MCG Magazine – N. 1, Febbraio-Marzo 2025.
Rubrica “Volontà & Successioni”, a cura del Dott. Giacomo Mortara.

La pianificazione patrimoniale